Per rivoluzionare il proprio guardaroba e approccio alla moda le parole d’ordine sono
ridurre, riparare, riciclare, reinventare e riutilizzare!
ACQUISTIAMO MENO, ACQUISTIAMO MEGLIO
Optare per la qualità al posto della quantità significa scegliere di indossare una moda più consapevole. Acquistare la metà di articoli all’anno, ma più sostenibili, ridurrà drasticamente la nostra impronta ecologica. Inoltre, allungare di un anno la vita di un capo riduce le proprie emissioni del 24% (fashionforgood.com).
SCEGLIAMO TESSUTI BIOLOGICI
La biodiversità si preserva in quanto NON vengono usate sostanze chimiche (concimi artificiali, insetticidi, erbicidi e fungicidi) nella fase di coltura e nella fase di lavorazione del filato.
La struttura polimerica delle fibre sintetiche, invece, subisce comunque l’effetto degli agenti esterni ed inizia ad usurarsi e ad indebolirsi, diventando così una delle principali cause di micro-plastiche durante il lavaggio.
LAVIAMO CON ATTENZIONE
Scegliamo lavaggi a freddo con ciclo veloce e, se facciamo partire la lavatrice solo quando è piena, riusciamo a salvare 19.000 litri di acqua ogni anno!
Se ci prendiamo cura del nostro guardaroba in modo corretto, non dovremo sostituire i nostri capi così spesso!
CIRCOLARITÀ
Riduciamo l’impatto della produzione di nuovi capi d’abbigliamento (riduzione delle emissioni e del consumo di acqua) dando una seconda vita a capi usati – di seconda mano o vintage.
A Trieste ci sono vari mercatini e negozi dell’usato ed eventi di scambio di vestiti (Swap). Oltre ad essere pezzi unici, la maggior parte dei capi vintage sono stati prodotti con una minor presenza di fibre sintetiche.
OCCHIO ALL’ETICHETTA
Leggiamo sempre l’etichetta dei nostri vestiti – ancora prima di acquistarli – perché ogni materiale ha un diverso impatto sull’ambiente (ad esempio: il cotone biologico è meglio del poliestere sia nella produzione che nel lavaggio), inoltre scopriamo dove e da chi sono stati prodotti i vestiti seguendo la campagna #whomademyclothes.
I capi confezionati al 100% da una sola fibra tessile sono più facili da riciclare.
RIPARIAMO I NOSTRI CAPI
Questo semplice atto stimola la creatività e ci permette di recuperare vecchi vestiti e rinnovarli. Il termine inglese “upcycling” è molto usato e fa riferimento a questo riutilizzo creativo di oggetti (in questo caso abiti) già esistenti ed utilizzati.
Proviamo a reinventare il nostro guardaroba, creando uno stile personale lontano dalle mode del momento. Pront* con ago, filo e forbici?
Trieste Senza Sprechi si impegna ad affrontare la fast fashion e, in collaborazione con il Progetto Area Giovani – PAG, sono stati svolti dei mercatini dello scambio anche chiamati eventi swap!
Con i partecipanti degli swap si leggono le etichette di composizione del tessuto per capire quali sono le fibre maggiormente utilizzate al giorno d’oggi (fibre sintetiche) e dov’è localizzata la maggior parte della produzione (asia-oriente). In base alla tipologia di capo e al valore del materiale vengono assegnati dei gettoni ai partecipanti e con questi si inizia lo scambio!